La tradizione vuole che Fermignano sia sorta intorno al 200 a. C. per opera di un legionario romano tale Firmidio dal quale prese il nome.
Il territorio comunale occupa la pianura del fiume Metauro da San Silvestro fino a Santa Barbara, al confine con il territorio del Comune di Urbino. Un’altra parte del territorio è costituita da colline che contornano la pianura.
E’ da notare che la maggior parte del territorio è ubicato attorno al centro storico, alla città costruita in epoca moderna e alla ampia zona industriale, ma una parte cospicua è costituita dall’isola amministrativa di Pagino che si trova completamente staccata dal resto del territorio: è infatti ubicata tra i Comuni di Urbino, Fossombrone, Acqualagna e Cagli ed è parte integrante del territorio del Furlo. In questa frazione sono compresi il monte di Pietralata, la sponda sinistra del fiume Candigliano, la strada Flaminia, la diga del Furlo, le due gallerie romane del passo del Furlo e Pagino Castello con relativa chiesa di San Clemente, in fase di restauro per i danni del terremoto del 1997.
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Fermignano nell’Alta Valle del Metauro
Qui vicino, nella piana di San Silvestro, fu combattuta la battaglia del Metauro, nel 207 a.C., tra romani e cartaginesi.
Dopo aver attraversato i Pirenei e le Alpi con il suo esercito, Asdrubale, giunto in prossimità del luogo d’incontro con suo fratello, si trova a dover affrontare un grande ostacolo: la Gola del Furlo sorvegliata dai romani. Allorchè si accorse delle forze preponderanti romane, cercò di aggirarle, ma alla fine dovette affrontare la battaglia presso il fiume Metauro nel 207 a.C. La battaglia fu un trionfo romano, la spedizione cartaginese venne annientata, lo stesso Asdrubale perse la vita in battaglia e i romani tagliarono la testa al cadavere gettandola davanti all’accampamento di Annibale.
Le popolazioni della penisola non appoggiavano più i cartaginesi, i quali non godevano ormai di molte possibilità di vittoria. Annibale, ormai solo, decise così di ritirarsi.
Le origini
Dal documento del 1297, pubblicato dal Rossi, nel quale si legge che “D. Gualtieri arciprete di Fermignano vendette a Santuccio un campo della chiesa posto fra il fossato e il fiume” si evince che già dal XIII secolo il centro era cinto da mura (dove sappiamo perdurarono fino al XIX sec.), che insieme alla torre formavano l’elemento difensivo del centro, al tempo importante snodo e guado.
Appartenuto nel Medioevo alla giurisdizione di Urbino e vissuto “alle totali dipendenze della città di Urbino”, il castello di Fermignano fu eretto a nome di quella città, da “tre massari eletti o confermati ogni trimestre”. Erano scelti tra gli uomini più sensati del Castello e delle ville dipendenti, cioè: Villa di Fermignano, Monte Asdruvaldo, Pistrino e Monteprandi; più tardi i massari durarono in carica sei mesi. Un consiglio locale composto di 24 consiglieri è citato in più documenti del 1607. Sembra non esistesse ancora la sede comunale, di cui si hanno notizie a partire solo dal settecento, quando fu collocata nel palazzo Bramante, sull’omonima via.
Fermignano e Federico da Montefeltro
La linea storica Fermignanese è fortemente legata al vicino centro Urbinate, antico municipio romano, che evolvendosi divenne col tempo Contea nel XIII sec e Ducato nel XV sec.
Nei pressi della torre entra in funzione nel 1408, la cartiera e più tardi il molino per macinare il grano. La cartiera, proprietà della famiglia urbinate dei Montefeltro, nel 1507 viene donata da Guidoubaldo I° alla cappella del SS.mo Sacramento di Urbino che la possedette sino al 1870.
Nel giugno del 1502 Cesare Borgia detto il “Valentino” (figlio del Pontefice Alessandro VI°) con un massiccio esercito di persone ed animali che trainavano carri, si accampò a Fermignano, in procinto di assediare Urbino. Francesco Maria II della Rovere, ultimo Duca di Urbino, aderendo al desiderio “delli Massari et homini del Castello di Fermignano”, nel 1607 autorizza la formazione di un consiglio locale perché “le cose e gli interessi di quel pubblico venissero ad essere governati ed amministrati colla sincerità, accuratezza et diligentia che si conviene”.